giovedì 20 settembre 2012

In Grecia nel vento

di Renata Aurini (artemisia59)



Come al solito, l'organizzazione del viaggio è toccata a me, e come al solito mi sono divertita a sguazzare tra cartine, internet e guide varie. Mio marito mi lascerà fare per pigrizia o per generosità? Il risultato comunque ci ha soddisfatti.
Il nostro itinerario: Igoumenitsa – Ioannina – Meteore – Delfi – Capo Sounion – Atene – Corinto – Epidauro – Micene – Neapoli – isola di Elafonisos – Monemvasia – Githio – Penisola del Mani – Mystras - Koroni – Methoni – Pylos – Patrasso. Km percorsi in Grecia in 9 giorni: 2082.
Mezzi di trasporto: traghetto Minoan Lines da Ancona (ottima compagnia) e moto TDM 900 Yamaha.
Qualità delle strade: In generale buona, con pochissimo traffico (tranne Atene). Niente vigili né posti di blocco. Segnaletica assai “spartana”, con indicazioni direttamente al momento di svoltare e quasi sempre senza distanze chilometriche. Rifornimenti non molto frequenti. Ricordiamo che la tolleranza alcolica alla guida in Grecia è 0.
8 giugno - Ioannina
Aria di Turchia. Sbarchiamo in orario a Igoumenitsa e direttamente dall'uscita del porto imbocchiamo la superstrada A2 direzione Ioannina. Arriviamo a destinazione in poco più di un'ora, e dopo il paese nuovo, verso il lago, eccoci alla deliziosa cittadella fortificata, dominata tra il 1788 e il 1821 dalla controversa figura del pascià Alì, il “leone di Giannina”: tiranno sanguinario o capo illuminato? Certa è solo la sua fine: fatto decapitare dagli stessi turchi per paura del suo crescente potere e la testa esposta a Costantinopoli come monito.
Giriamo tra le stradine con la sensazione di trovarci in Turchia e saliamo all'antica Moschea. Bella la vista sul lago, i minareti e l'isolotto di Nissi. Dopo una sosta doverosa in pasticceria, vista l'incredibile scelta di dolci di pasta fillo, miele, noci e mandorle, pensiamo di andare a Nissi per pranzo, per assaggiare la specialità del posto: le cosce di rana. Vi sono traghetti che fanno la spola in continuazione e al piccolo attracco i ristorantini servono pesci di lago e rane, pressati in piccoli acquari e in attesa di essere cucinati. Piuttosto inquietante. Si riparte con meta Kastraki, per un hotel con vista sulle Meteore, ma un'attacco di emicrania non mi consente di proseguire. Così, una trentina di km prima della meta, ci fermiamo a Trigona, in un hotel sulla strada, il “Trigona” appunto, piuttosto accogliente. La zavorra ha ceduto.


9 giugno – Meteore, rocce nell'aria.
Oggi compio 50 anni e questo è il mio regalo. Arrivare a Kastraki è surreale. Le incredibili formazioni rocciose formatesi sotto il mare 30 milioni di anni fa, dal mare levigate e poi mostratesi quando il mare si è ritirato, sono di fronte a noi. Abbiamo visto immagini e foto di questo luogo, ma per una volta la realtà è superiore. Sulle cime delle vertiginose rocce, come nidi d'uccello, sono scavati o appollaiati i monasteri. Sarebbe difficile, sebbene con le conoscenze odierne, progettare una migliore integrazione con il paesaggio. Il sistema di funi con cui centinaia di anni fa i materiali sono stati issati, è ancora in funzione, e tuttora i monaci si spostano con assurdi quanto geniali gabbiotti sospesi tra cavi d'acciaio. Si arriva ad ogni monastero attraverso scale scavate nella roccia, e si pagano 2 euro per entrare. Ogni monastero ha orari diversi, indicativamente tra le 9 e le 17, e la “Grande Meteora” è chiusa il martedì. Per le donne, gonne al ginocchio, che i monaci forniscono al bisogno (no pantaloni). Le piccole cappelle sono tesori e il panorama è impagabile.

 
Ci mettiamo in marcia per Delfi. La strada è lunga e rovente. Arriviamo verso sera e troviamo un anonimo ma accogliente paesino formato da tre stradine parallele che confluiscono verso il sito archeologico. Passando davanti all'hotel Orfeas, veniamo letteralmente bloccati dal proprietario, che ci offre una stanza con colazione a 25 euro. Scettici, l'andiamo a vedere: è un nuovissimo bilocale con giardinetto, ma senza vista sul golfo di Corinto. Pazienza! La vista sul golfo l'avremo la sera al ristorante, quando spegnerò le mie candeline piazzate sulla feta dell'insalata greca.


Auguri Renata!
 


10 giugno – Da Delfi a Capo Sounion.
La mattina è naturalmente dedicata alle rovine di ciò che per gli antichi greci era il centro del mondo. Essendo già sul posto, possiamo evitare le ore più calde (l'apertura è alle 8, la chiusura alle 20). Camminiamo lungo la Via Sacra, e immaginiamo i pellegrini che la percorrevano partendo da Atene, chiedendo un responso alla Pithia in trance, ispirata da Apollo. Del tempio di Apollo non restano che sei colonne, il luogo della Pietra della Sibilla non è poi così certo, ma in questi luoghi sono le sensazioni di memoria collettiva a farla da padrone. Il teatro invece è ben conservato, e così lo stadio ancora un po' più in alto. Più giù, dall'altra parte della strada, il tempio di Atena è veramente impraticabile per il sole ormai cocente e l'assenza di ripari. Infatti non c'è anima viva, ma anche da qui si vedono bene le tre colonne sulla rotonda e il regolare ordinamento delle pietre intorno.
Tanta strada ci aspetta per il tramonto a Capo Sounion, ma non dobbiamo per fortuna farla a piedi come i pellegrini. Fa molto caldo. Ci spogliamo e ci ustioniamo, nonostante le creme.
Cerchiamo di evitare il traffico di Atene, ma già uscendo dalla superstrada al Pireo in direzione Glyfada, ne abbiamo un bell'assaggio. Da Glyfada in poi il mare è bellissimo, nonostante la zona sia alquanto turistica. Spiagge, calette di sabbia e di sassi e acque limpide. Per noi però il giorno di mare sarà altrove e comunque il tempo per fermarci non c'è.
Sembra di non arrivare mai, il paesaggio si fa più brullo e le curve continuano, estenuanti. Alla fine, quando pensiamo addirittura di aver sbagliato strada, ecco in lontananza le colonne del tempio di Poseidone, alte sul promontorio.
Non abbiamo ancora l'hotel e sarà meglio cercarlo subito. Questa è una zona particolare, resa addirittura squallida da un'edilizia selvaggia e approssimativa: rare costruzioni, alcune lasciate a metà, altre abbandonate. Gli alberghi scarseggiano, e ci fermiamo all'hotel Saron, gestito da due antipaticissime tedesche che non alzano nemmeno la testa mentre ci parlano. E' troppo tardi per andare in giro e paghiamo 75 euro per una stanza che non ne vale la metà. Perfino la colazione sarà scadente, con biscotti che avevano certamente visto tempi migliori e succo d'arancia fatto con le cartine. Però c'è la piscina...
un must greco: il tramonto a capo Sounion
Il tramonto al Tempio, in compenso è davvero suggestivo, e del resto è per questo che ci troviamo qui. L'ingresso è a pagamento (4 euro) e a quanto pare gli addetti restano fino al calare del sole.
 
 
 
 
 
 
La cena a base di moussaka sarà la peggiore e la più cara del viaggio.


11 giugno – L'Acropoli
Il Maestoso Partenone "ingessato"
Percorriamo la strada interna a nord in direzione Atene e impieghiamo pochissimo tempo, ma zero panorama. Imbocchiamo l'autostrada e usciamo prima della città: a Kifissia, dove secondo la nostra mappa c'è un capolinea della metropolitana. Non ci sono però indicazioni. Usciti dall'autostrada si prosegue per Kifissia centro, e dopo circa 4 km si vede sulla sinistra il capolinea degli autobus. C'è anche all'incrocio l'indicazione di un parcheggio. Si deve svoltare lì e ci si trova davanti alla stazione della metro verde (che è poi un trenino principalmente di superficie). Parcheggiamo e in 40 minuti siamo a Monastiraki. Dalla piazza iniziamo a salire seguendo l'ombra tra scalini e botteghe di merce varia. Entriamo (12 euro) ed ecco, sulla sinistra l'Anfiteatro di Erode Attico, restaurato. Più avanti il magnifico, intoccato, Teatro di Dioniso: il luogo dove nacque la tragedia. Passando attraverso la Propilaia entriamo nel cuore dell'Acropoli ed ecco il Partenone: oltre che da tempo saccheggiato e devastato, ora è anche ingabbiato per lavori di restauro che durano da decenni (pensare che è stato magnificamente costruito e decorato in 9 anni!). Inoltre non ci si può più avvicinare, perchè troppe mani potrebbero danneggiare oltremodo i marmi.
Guardiamo Atene dall'alto: sarà anche la più brutta città del mondo, ma il suo fascino è magnetico.
Scendiamo attraverso un sentiero tra gli alberi verso l'antica Agorà (altro ingresso ma stesso biglietto), che personalmente penso non abbia nulla da invidiare all'Acropoli. Il tempio di Efesto (un Partenone in miniatura) è forse il tempio greco meglio conservato al mondo. Molto interessante è anche il piccolo museo, nella sede discutibilmente restaurata della Stoà di Attalo.
Si riparte, anche perchè il caldo soffocante è invivibile. Recuperiamo la moto e riprendiamo l'autostrada dove l'avevamo interrotta, proseguendo per Corinto. Superata però Atene, decidiamo di uscire per evitare i camion, il vento fortissimo (tanto per cambiare!) e goderci un po' di panorama. La statale è deserta, anche se con qualche curva in più.


Arriviamo a Corinto passando su un anonimo ponticello in ferro e... Accidenti che spettacolo! E' il Canale! Un abisso spaventoso, soprattutto per noi che soffriamo un po' di vertigini. Siamo in Peloponneso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Cerchiamo un albergo per la notte, e di questi c'è abbondanza, ma sarà molto meno semplice trovare un ristorante. Ma non mangiano in questo posto?


12 giugno – Epidauro e Micene: le imperdibili.
Anche Nauplia, Argo e Tirinto in quest'area meriterebbero certo una visita, ma tempo non ce n'è e bisogna fare una scelta.
Partiamo per Epidauro e il cambiamento di panorama è sorprendente. La strada si snoda ora tra la macchia mediterranea densa di profumi. Ogni tanto il verde si apre ed appare un mare splendido. Si vedono parecchi allevamenti ittici: avrò più fiducia quando acquisterò spigole della Grecia.
Teatro di Epidauro
A Epidauro, dopo la visita del museo, siamo subito al gigantesco teatro. L'uno in cima ai sedili, l'altra sul palco, facciamo la classica prova di acustica. Straordinario.
Camminiamo sotto il sole fino allo stadio e al tempio di Asclepio, dove fervono lavori di ristrutturazione.





Di nuovo in marcia, verso Micene. Qui iniziamo dalla tomba di Atreo, sepolcro ad alveare in cui si entra e ci si immerge in una fresca oscurità.

La forma favorisce, di nuovo, un'acustica sorprendente.
Con lo stesso biglietto si entra nel sito più in alto, dove visitiamo prima il museo: una bella sede dove sono custoditi preziosi reperti della straordinaria civiltà micenea. Poi, sotto il sole (questo è un sito senza scampo) entriamo nel palazzo-città, o meglio tra le sue rovine, attraverso la famosissima Porta dei Leoni.
Granita e poi via: ci aspetta una lunga strada. Siamo diretti a Neapoli, la “punta” del secondo dito. Dopo un po' si rivede il mare, che ci accompagnerà per molti km. A Leonidio vediamo un bivio per Monemvasia, e decidiamo di fare questa vecchia strada, certamente più particolare, ma che strada!...
All'inizio buche e strettoie ci fanno venir voglia di tornare indietro, ma siamo curiosi. La strada inizia a salire con vari burroni e nessun parapetto. Indicazioni solo in greco. Il panorama tra i monti è veramente unico, ma si tratta di una strada da non fare assolutamente di notte, vista anche l'assenza di illuminazione. Ad un bivio indecifrabile abbiamo la fortuna di incontrare l'unica macchina di tutto il percorso, con a bordo due vecchietti che se la ridono e ci indicano la via. Saliamo ancora, fa addirittura freddo. Arriviamo finalmente ad un delizioso paesino, poi finalmente si inizia a scendere. Insomma in sei ore, tra soste varie, percorriamo circa 250 km e siamo a Neapoli. Porticciolo di mare, è un posto senza pretese, ma noi ci troviamo benissimo. La sosta è nel primo hotel che si incontra entrando in paese: l'hotel Arsenis, ottimo rapporto qualità-prezzo: 38 euro con colazione, ampia e accogliente camera con terrazzino sul mare, La cena, in una delle taverne sul lungomare, è ottima. Qui ci fermeremo ben due notti, rischiando di affezionarci.


13 giugno – Il mare a Elafonisos
A 6 km da Neapoli c'è l'imbarco per l'isolotto di Elafonisos. Il servizio c'è ogni ora, la traversata dura dieci minuti e paghiamo 11,20 euro A/R con la moto. Volendo soggiornare sull'isola, c'è una gran quantità di alberghi e ristoranti.
 
 
La prima spiaggia verso cui puntiamo è Panagitsa beach (indicazioni dal porto verso destra). Si arriva alla spiaggia dopo aver superato una specie di discarica tra le dune di sabbia. Parcheggiamo sotto un albero e arriviamo dopo pochi passi alla spiaggia, da un lato incorniciata da comodi ripari tra le piante. Il mare, seppure mosso, è meraviglioso. La presenza umana è data da noi e un'altra coppia a cento metri. Non ci sono ombrelloni. Ma purtroppo il tasto dolente: nonostante ci siano grandi bidoni azzurri ogni dieci metri, ci dobbiamo improvvisare spazzini, raccogliendo lattine, bottiglie e addirittura una scopa, un “mocio” e un giubbino. Ripulito l'ambiente, dopo un bagno, una passeggiata e uno spuntino sotto gli alberi, siamo pronti per dirigerci verso quella che si dice essere la più bella spiaggia di Elafonisos: Simos beach. Si ritorna verso il porto e le indicazioni sono chiare: stavolta verso sinistra. La spiaggia di Simos è praticamente caraibica, ma con il solito neo: spazzatura mischiata a sabbia, che forma piccole dune. Intorno i bidoni azzurri. Ma perchè?! Qui ci sono anche un paio di file di ombrelloni, ma noi ci sistemiamo in una delle tante piccole alcove formate dagli alberi, che riparano anche dal vento. Simos è una spiaggia a semiluna, ma è oltre l'istmo verso destra, che si cela la parte più bella, lunghissima e senza ombrelloni. Ci sono anche dei nudisti. Volendo arrivare più rapidamente a questa zona, certamente più isolata e con l'acqua più cristallina, basta tornare all'ultimo bivio per Simos beach, dove c'è anche l'indicazione per Lefkis Camping e prendere quella strada. Arrivati al parcheggio del camping, scendere in spiaggia. In questo punto però è necessario portarsi qualcosa per ripararsi, perchè mancano gli alberi.


14 giugno – Monemvasia e splendido Mani.
Di nuovo tra i monti per percorrere i 40 km che separano Neapoli da Monemvasia. Gli amanti del trekking sappiano che questa è una zona piena di ben segnalati sentieri.
Si arriva a Monemvasia, ma resta invisibile. Sembra solo uno sperone di roccia nel mare scuro. Saliamo fino alla porta nelle mura e scopriamo la città per noi più sorprendente del Peloponneso. Serrata come un'ostrica, tra le mura e l'alto castello, così costruita per essere invisibile agli invasori e oggi preservata, custodita e restaurata con criterio. Un vero gioiello.


Monemvasia

Ripartiamo per Githio, cittadina sul mare piuttosto turistica, strategica per il giro del Mani. Scegliamo rapidamente un bell'alberghetto vista mare, lasciamo i bagagli e partiamo. Il Mani è davvero un mondo a parte: sembra un'isola vulcanica con paesaggi brulli, strapiombi, grotte e mare di un blu profondo. Facciamo il giro in senso antiorario e la prima tappa è alle grotte di Diros. Semplicemente stupefacenti, formatesi quando l'acqua ricopriva le montagne, si visitano su barchette che scivolano sull'acqua salmastra. Sono 1300 metri da percorrere in barca (ovviamente si viene portati) e 300 a piedi, per un totale di circa 25 minuti in un mondo di buio, riflessi, apparizioni di forme così stravaganti e fiabesche che solo la natura può aver realizzato. Assolutamente imperdibili (12 euro l'ingresso).

Continuiamo sulla strada principale attraversando i paesi dalle “case con le torri”, caratteristiche di questa zona. Arriviamo fino alla punta estrema, Porto Kagio. I colori e il paesaggio sono di una bellezza selvatica e inquietante. Non per nulla, Capo Tenaro, che si vede dietro il paesino salendo un po' più in alto, era creduto la porta dell'Ade.
Superata la punta, risaliamo nell'altro senso per tornare a Githio, ma questa sponda del Mani non ci sembra altrettanto particolare.
La nostra serata termina sul lungomare di Githio, stavolta senza i soliti, seppur ottimi spiedini (souvlaki), ma con un piatto da consigliare: baccalà fritto con una salsa all'aglio simile al purè.


15 giugno – Mystras città-fantasma e penisola di Messene.
Da Githio a Mystras la strada si snoda veloce e arriviamo quando è ancora presto e i resti di questa città bizantina ci ospitano in solitudine. Entriamo dall'ingresso superiore e saliamo alle rovine del castello, poi a scendere verso il monastero di Pantanassa, la cattedrale e il museo. Città assai decantata, ma non ci entusiasma quanto Monemvasia.
Siamo diretti a Koroni, e la strada fino a Kalamata sarà della serie “ interminabile”. Curve, poi ancora curve che sembrano finire, poi ricominciano in un interminabile saliscendi. La vista del mare di Kalamata sarà liberatoria. Dopo uno spuntino con la solita pasta sfoglia ripiena di verdure e formaggio (buona!) e birra greca (buona!) ci avviamo verso Koroni e il suo castello. Una vera delusione. Speriamo che l'altro “occhio” verso il mare, la fortezza di Methoni, sia più interessante, ma nel frattempo ci facciamo il bagno in una spiaggetta tra le due località. Non è l'acqua di Elafonisos, ma può andare.
A Methoni entriamo nella città-fortezza sul mare. L'ingresso è libero e i resti sono pochi e mal tenuti, ma si vede bene il tessuto urbano, la piazza, le case dalla classica forma ottomana. Saliamo nella torre circondata dal mare, e alla fine siamo soddisfatti della passeggiata.
Meglio ancora, uscendo, vedo un'insegna di taverna con ciò che tanto volevo assaggiare: kokoretsi (interiora di agnello alla brace). Ciò impone di passare la notte qui. Troviamo il solito alberghetto, e usciamo per la cena. Aspettiamo, aspettiamo, ma il locale dei kokoretsi è l'unico a non aprire. Mi sa che dovremo tornare in Grecia solo per questo.


16 giugno – Verso Patrasso con una bella sosta di mare.
Facciamo benzina a Pylos e scopriamo un grazioso paesino, anch'esso con le mura fortificate che danno sul mare, di fronte a due specie di faraglioni. Non possiamo però fermarci, se non per qualche frettolosa foto, perchè vorremmo fare un ultimo bagno alla spiaggia di Vaidokilia. Troviamo le indicazioni sulla strada principale una decina di km dopo Pylos, ma, venendo da sud, è importante andare nella direzione opposta di “Vaidokilia Sito Archeologico”, cioè proseguire verso nord. Si troveranno varie strade che discendono a mare. La prima porta ad una spiaggetta più intima, con ghiaia e scogli neri intorno, collegata comunque attraverso una cunetta alla spiaggia principale di sabbia. Il mare è proprio invitante e trasparente; nonostante l'orario piuttosto mattutino l'acqua è stranamente calda, il vento finalmente è assente, e soprattutto non c'è anima viva. Ci godiamo così l'ultimo bagno in terra greca.
 
Con calma si riparte verso Patrasso e il traghetto che ci riporterà in Italia. Ultimo, ottimo agnello alla brace lungo la strada, e via. Dal ponte della nave ci sarà comunque una piacevolissima continuazione del viaggio, visto il navigare sotto costa, tra isole e isolette fino a notte. Notevole poi il tramonto sullo Ionio.
Mentre ammiriamo il paesaggio, cartina alla mano, mi viene l'idea per un prossimo viaggio. Mio marito mi guarda perplesso...


Creta, mitico mare

di Renata Aurini

(giugno 2007)



23 giugno 2007
Il neonato volo Pescara-Heraklion della compagnia On Air ci viene cancellato 15 giorni prima della partenza. Alquanto seccante, ma ci viene garantito il ritorno, così, insieme al nostro figlio quindicenne, partiamo da Fiumicino con l'Air One. Viaggio perfetto e arrivo a Heraklion alle 17.30. Non abbiamo prenotato nulla dall'Italia e, con l'autobus urbano al costo di un euro, ci dirigiamo dall'aeroporto verso Amoudara, la periferia balneare di Heraklion, dove pernotteremo nel primo alberghetto che ci capita, dopo ottimi souvlaki (spiedini) e insalata greca in un casotto sulla spiaggia.


24 giugno
La zona è piena di agenzie di autonoleggio, e appena svegli, ansiosi di iniziare la nostra vacanza, siamo in quella più vicina a contrattare -con in mano un bicchierone di spumoso e ghiacciato caffè greco- il nolo per una settimana. Spuntiamo una spaziosa Hyundai Accent con aria condizionata (indispensabile) al costo di una utilitaria: 200 euro. Puntiamo a ovest, e la prima tappa è Retymno. La cinquecentesca fortezza veneziana, costruita per difesa dai soliti turchi, domina la baia. La visitiamo per 3 euro e 10: è suggestiva anche se piuttosto malridotta. La cosa meglio conservata è la piccola moschea del sultano Ibrahim Han del 1636, anno dell'occupazione turca. Ripartiamo e arriviamo a Chania. Anche qui, come a Retymno e in tutta l'isola, le tracce della dominazione veneziana e poi turca, sono evidenti. Chania resta però anche molto greca, con le stradine arrampicate intorno alla bella piazza sul porto, piene di taverne e invitanti negozi di artigianato. E' una cittadina allegramente, ma non fastidiosamente turistica.
 
 
 
La nostra tappa è però l'estremo ovest: la penisola di Balos, e quindi ci rimettiamo in viaggio. La superstrada che collega tutta l'isola è certamente veloce e comoda, ma verifichiamo subito ciò che già avevamo letto: i cretesi guidano come pazzi, ed è strana regola che chi guida a velocità normale debba mantenersi a metà tra la carreggiata destra e la corsia di emergenza, pena incomprensibili insulti e più chiari gestacci. A Kissamos, ai pedi della penisola di Balos, scegliamo di fermarci in un piccolo hotel con piscina: il Mandy Appartaments. E' una struttura nuovissima, e spendiamo 50 euro in tre per uno spazioso bilocale con angolo cottura e balconcino vista mare, colazione compresa.
 
 
25 giugno
La “colazione compresa” è l'occasione per i proprietari degli alberghi per socializzare con i clienti. Così, tra il loro stentato italiano (che però praticamente tutti conoscono) e il nostro peggiore inglese, vengono fuori conversazioni grottesche ma infinite, arricchite perfino da 4 o 5 parole di greco che io, sentendolo come un dovere, ho cercato disperatamente di imparare. Sentendo che vogliamo andare a Balos, la signora ci dice che è impossibile da raggiungere in auto e ci consiglia il traghetto. Naturalmente andiamo in auto. La strada è ben segnalata, e dopo la deviazione a destra dalla statale, si trasforma in un largo sterrato con sassi e buche, ma non così accidentato da non permetterci di proseguire, seppure con cautela.
 
Abitanti autoctoni...
 
Forse per la bassa stagione non incontriamo che 2 o 3 veicoli , e dopo circa 10 Km in salita, con il mare Egeo alla nostra destra, siamo ad un ampio parcheggio (non fermatevi prima!) dove la strada finisce ed inizia il sentiero pedonale. Zaino in spalla ci avviamo tra le capre e sembra di non arrivare mai. Tra le alte rocce il mare non si vede più, ma quando ricompare lo scenario ci lascia senza parole: sotto di noi una laguna di acqua trasparente dai mille colori, dove una lingua di sabbia bianchissima culmina in un isolotto esagonale dalle scoscese e brulle pareti. Sembra l'enorme, misteriosa opera architettonica di qualche civiltà perduta...
 
Incredibile Balos
 
Ma, gradino dopo gradino, scendiamo al piccolo paradiso e ci rendiamo conto con rammarico che l'uomo ha lasciato il segno. Rifiuti sparpagliati e ammucchiati sotto le rocce, ma, peggio ancora, ci sono imbarcazioni molto vicine e grandi chiazze di nero catrame vengono rilasciate dalla corrente sulla riva. E' un vero delitto: questo posto è troppo splendido per non essere preservato. Complici il vento e la rabbia, non restiamo a lungo a mollo e iniziamo la terribile risalita che, anche per il sole ormai cocente, rischia quasi di essermi fatale. Arriviamo ansimanti al parcheggio e, dolce visione, un luogo di ristoro fatto di legno e canne (come tanti e nei posti più impensati troveremo) ci accoglie. Bibite fresche, tavolini e la migliore feta dal latte delle capre del posto.
 
Ristorazione "Made in Greece"
 
Ristorati, ripartiamo per un'altra spiaggia, al lato opposto del “dito” di Balos: la spiaggia rosa di Falasarna. Questa è una lunghissima spiaggia, con vari ingressi. La sabbia è effettivamente rosa, l'acqua limpida e subito profonda, ma gelata. Terminiamo la giornata in una delle numerose e rustiche taverne sul mare del piccolo paese dove alloggiamo. Sebbene si mangi bene in tutta l'isola, il cibo migliore e più tipico l'abbiamo trovato qui, per tre sere e sempre cambiando locale. Ci dicono che in questa zona si mangi meglio perché c'è poco turismo e non c'è bisogno di snaturare la cucina tipica per renderla uniforme e più gradita agli stranieri. Involtini di pasta fillo e formaggio, pasticci, polpo, moussaka, verdure ripiene, ottimo vino e sempre il raki finale.
 

26 giugno
Mantenendo lo stesso hotel, partiamo per un'altra rinomata spiaggia: Elafonissi. Non sono tantissimi chilometri da Kissamos, ma dobbiamo tagliare l'isola da nord a sud attraverso le montagne, e la strada che scegliamo all'andata, passando da Platanos e Sfinari è tortuosa e con burroni piuttosto impressionanti, anche se molto panoramica. Impieghiamo circa tre ore. Sul rettilineo dopo Kissamos, prima di addentrarci, c'è un benzinaio dove conviene fare il pieno, perché poi non se ne incontrano più.
Meravigliosa Elafonissi
 
Elafonissi è un incanto: acqua bianchissima, piccole lagune dove si possono fare decine di metri con l'acqua al polpaccio, scogli e piante sotto cui ripararsi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La gente non è moltissima, cosa che ci permette addirittura un posto all'ombra nel grande parcheggio, ma nel primo pomeriggio inizia l'affollamento e noi ce ne andiamo. Passando, ci fermiamo in uno dei monasteri di cui Creta è disseminata, che, con il suo bianco abbacinante, ci obbliga a una piccolissima deviazione. A Vathi curviamo verso Elos e prendiamo la strada per Kastelli, passando così attraverso le Gole di Topolia, con la galleria che obbliga al passaggio alternato dei veicoli. Il caldo è terribile. Viaggiamo sempre con scorte di acqua fatta congelare nel frigo dell'albergo e stanotte io e mio figlio sgattaioleremo dalla stanza per un bagno in piscina.
 
 
27 giugno
Tappa di lento spostamento. Si parte verso est, destinazione Agios Nikolaos per visitare poi il sud-est dell'isola. Dovendo ripassare da Heraklion, facciamo tappa obbligata al Palazzo di Cnosso, che troviamo con qualche difficoltà, non essendo ben segnalato. Nonostante si dica tanto male di Evans e dei suoi restauri, saranno la luce, i colori, il profumo della pineta o l'influsso del mito perverso del Minotauro, ma ne resto affascinata.(6 euro l'ingresso).
 
Il famoso Palazzo di Cnosso
 
Ripartiamo e, superato di qualche chilometro Agios Nikolaos sulla strada per Ierapetra (zona Ammoudara), ci fermiamo al Poppy Village. Ottimo, spaziosissimo bilocale con terrazzo e piscina a 60 euro, se non fosse per l'aria condizionata mancante in soggiorno dove dorme nostro figlio. Ci sono 40 gradi.

28 giugno
Si va all'isola di Chrissi, l'isola nel mar libico! Le aspettative sono molto alte e non andranno deluse. Dal porto di Ierapetra alle 10,30 sono già pronti due traghetti: Alexandros e Agios Nikolaos. Scegliamo il secondo che, per la bassa stagione ci viene offerto a 15 euro A/R per noi adulti (anziché 25) e gratis per nostro figlio (anziché 15). La traversata è piacevole e allietata da musica greca dall'altoparlante.
 
Isola di Chrissi
Attracchiamo in un'acqua smeraldina dopo circa 1h e 15. Tutti in fila sul sentiero di sabbia bianchissima tra le forme bizzarre dei cedri del libano, che offriranno ombra e soggetti per splendide foto. Di fronte a noi il turchese accecante dell'acqua più bella del viaggio. Sul bagnasciuga, ecco l'attrattiva forse principale: i miliardi di microscopiche, candide conchiglie(vietato portarsele via).
 
 
 
 
 
Invidiamo i ragazzi accampati con le tende nei punti più isolati. Deve essere un'esperienza indimenticabile.
Per noi invece il traghetto è inesorabilmente pronto alle 17. Torniamo a Ierapetra e poi al nostro villaggio, dove dal terrazzo vediamo fumo sulle colline che circondano la baia. Lo straordinario caldo ha sviluppato gravi incendi che si protrarranno per giorni.
Mentre siamo a cena, riceviamo la telefonata da parte dell'On Air, che ci comunica che per “motivi tecnici” il nostro volo di rientro, anziché domenica alle 16 viene anticipato all'una della notte precedente. Siamo furiosi: come possono rubarci un giorno di vacanza? E se non avessimo risposto? Già parliamo di fare causa (che non faremo) ma nostro figlio saggiamente ci consiglia di gustarci l'ottimo giros che abbiamo davanti e ottimizzare gli ultimi 2 giorni. Oltretutto scopriamo che il Museo Archeologico di Heraklion a cui avremmo voluto dedicare la domenica, è chiuso da tempo per lavori


29 giugno
Studios "Villa Italiana"
Per via del caldo siamo costretti ad andarcene dal Poppy Village e ci trasferiamo dalla simpatica signora Rosa Petra della “Villa Italiana”, in una stradina pochi metri più avanti. La signora è una siciliana trapiantata in Grecia per amore. Ci prepara un'ottima colazione e ci racconta la sua vita, aggiungendo che non tornerebbe più in Sicilia, per via del clima troppo freddo e umido (?!). Ci consiglia di tornare e Creta in maggio, quando è tutta in fiore, o ad ottobre, quando non c'è più nessuno e il mare è meraviglioso. Mai agosto, affollatissimo e con i prezzi triplicati. Non c'è pericolo.
Per 50 euro abbiamo il nostro fresco villino in un incredibile giardino tutto decorato di conchiglie dalla paziente signora.
 
Ora si parte verso sud-est, la parte selvaggia di Creta. Rifacciamo la strada fino Ierapetra e proseguiamo costeggiando il mare verso est. A Makrigialos prendiamo la strada verso Sitia, e dopo Lithines deviamo verso Handras e Ziros. La strada, prima brulla, si interna tra vigneti e campi di granturco. Alla nostra destra, proprio sulla strada, ci fermiamo al piccolo sito di Etia, dove entriamo in un palazzo veneziano abbandonato e facciamo una passeggiata tra le rovine di un piccolissimo agglomerato urbano, tra i cui sassi crescono piante di ottime susine. Non c'è custode, non c'è nessuno. Mi piace molto. Proseguendo, la vegetazione scompare di nuovo e la strada sale a serpentina su una brulla montagna, e a serpentina, interminabile, ridiscende verso il mare. Sembra un posto abbandonato da dio e dagli uomini. Favoloso. È Xerocambos con le sue poche case, le immancabili capre e la sua lunga spiaggia metà di sassi e metà di sabbia. Visto che i pochi bagnanti sembrano prediligere i sassi per sdraiarsi, ci accomodiamo all'estrema destra, dove il litorale fa una curva circondata da piccole caverne.
 
Xerocambos
La sabbia è soffice e l'acqua è calda (una rarità a Creta) e cristallina. Dopo il lungo bagno, pesce freschissimo alla griglia in un ristorantino poco lontano. Meraviglia di Creta: decine di chilometri senza agglomerati urbani e senza pompe di benzina, ma mai senza taverne, chioschetti o banchi improvvisati dove si possa mangiare qualcosa di buono.



 
 
 
 
30 giugno
Salutiamo la signora Rosa e iniziamo il ritorno verso Heraklion. Stanotte avremo, si spera, il volo. Passiamo per Agios Nikolaos e proseguiamo per Elounda, di fronte all'isola di Spinalonga e alla sua bella fortezza. Saliamo sulla collina, sempre con l'auto, fino ad un punto da cui ammirare il panorama, che è favoloso e ricorda la nostra Sardegna. Questa è una zona turistica, densa di alberghi, gente, negozi e locali, ma ci sembra un turismo ancora poco invasivo.
Per tornare a Heraklion, anziché la superstrada percorriamo la litoranea e arriviamo al sito di Malia. Proviamo a entrare, ma il custode ci fa cenno di diniego: “Very hot”, ci dice, e chiude baracca.
Paese dopo paese arriviamo alle mura di Heraklion. Parcheggiamo l'auto e facciamo una passeggiata tra le stradine su cui si affacciano molte e belle bifore veneziane. Poi il molo dominato dal castello con i simboli del Leone di San Marco, e un ultimo sguardo al mare Egeo, immaginando il re che gli dette il nome, gettarsi tra le onde credendo morto il figlio Teseo. Potenza dei miti...
Dopo cena, riconsegna dell'auto e autobus verso l'aeroporto (l'ultimo è alle 23). Ma lì l'amara sorpresa: il nostro volo non esiste e ci mandano ad un ufficio al primo piano. Lì ci confortano comunicandoci che anche la compagnia è inesistente. Dopo i primi momenti di panico, biglietti alla mano, ci sediamo in sala d'aspetto fiduciosi: è sicuramente un disguido. Finalmente alle 2 di notte compare sul display un volo per Pescara, ma subito cancellato: è un errore. Nostro figlio ascolta un pilota al bar comunicare alle hostess di un viaggio-extra a Pescara, anche se è stanchissimo e non vorrebbe. Ci accodiamo con altri 6 disgraziati, e alle 4 decolliamo. Siamo in 9 su un aereo da 150 posti. Piuttosto inquietante, allora facciamo finta di essere dei personaggi con aereo privato. Concludendo, un viaggio bellissimo da consigliare a tutti (magari non con l'On Air), ricordando che Creta ha criminalità zero, e in più abitanti ospitali, allegri, chiassosi (soprattutto di notte), ma mai invadenti e che riescono a non farti sentire “straniero”.
 
 
 
Gli Hotel:
Villa Italiana http://www.villaitaliana.gr/ oppure http://www.booking.com/hotel/gr/villa-italiana.en.html mail <rosavillaitaliana@live.com> (l'amabile signora Rosa vi risponderà in italiano)

mercoledì 19 settembre 2012

Ritorno a Tilos

 




di Emiliano Mazzani

18/30 agosto 2012

 
 
...desiderando Tilos...
Quest'anno è stato molto semplice scegliere le vacanze perchè dobbiamo tornare a trovare i nostri cuori che abbiamo lasciato sull'isola di Tilos lo scorso anno dopo averla visita per 6 giorni insieme a Rodi. Tilos è un'isola di 63 kmq messa li nel mare Egeo nell'arcipelogo del dodecanneso tra Kos e Rodi. Iniziamo già a fine inverno a costruire il nostro viaggetto e ci accorgiamo che così facendo si inizia a viaggiare già con la mente estraniandosi per qualche ora al giorno dai problemi e dalla frenesia della vita quotidiana perche ti immergi letteralmente nei luoghi dove vorresti andare.

Trovato il volo Rayanair da Bologna a Rodi, (Tilos non ha l'aeroporto ed è servita molto meglio con i traghetti da Rodi) cerchiamo la coincidenza con i traghetti ma è ancora troppo presto, i cari amici Greci mettono fuori le tratte mese per mese se non settimana per settimana, mandiamo qualche mail ai vari studios per cercare il prezzo migliore, tanto il servizio è sempre ottimo cosi come le persone che ci accoglieranno.

Bene il giorno dopo prenotiamo il volo e pronti via il prezzo è già salito di 110 euro, mah....proviamo ad aspettare un altra settimana e via su a 200€, onde a evitare di farlo salire ancora prenotiamo per due persone andata e ritorno con un bagaglio da stiva a 640€: questa sarà la spesa più alta di tutto il viaggio fortunatamente. Per la coincidenza del traghetto troviamo per tarda serata con la BluStar o per la mattina dopo con la Dodekanisos, allora decidiamo di fare una notte a Rodi e partire per Tilos la mattina belli riposati e profumati, il biglietto non lo prenotiamo perchè facciamo tutto direttamente al porto con la Dodekanesos Seawaves che ha un catamarano e spenderemo 48€ a testa andata e ritorno risparmiando più di 60 euro tra percentuali di prenotazione, consegna biglietti e parcella del sito. A questo punto dopo qualche mail con Antonis (il titolare dello studios) decidiamo di prenotare lo studios da Seva's con 35€ a notte a coppia, colazione in camera inclusa e terrazzo di 20mq sulla baia....e dovrei fare le vacanze in Italia?????

Bene inizia il count-down mancano solamente 4 mesi e mezzo che passano sempre su internet alla ricerca di informazioni su quest'isola quasi sconosciuta......

.....Arriva il 18 di Agosto parcheggiamo l’auto per 14 giorni. Al prezzo di 59€ al ParktoAir (5 min. dall’aeroporto) e partiamo in perfetto orario, il pilota inoltre evidentemente aveva una punta e con una guida aggressiva arriviamo con 25 min. di anticipo a Rodi....evvai siamo in terra Greca....inizio già a sentire la fragranza del timo, degli eucalipti e dei tamerici portati con grazia dal lieve Maltemi. Preso il bagaglio ci dirigiamo verso la fermata dell'autobus che con € 2,30 (il biglietto si fa direttamente dal conducente) ci porta a Rodi Town in 45min; infatti c'è una fermata ogni 200mt...e c'erano scene tipo i film di Fantozzi dove volevano tutti entrare sull'autobus a tutti i costi.......ma siamo in Grecia e soprattutto in vacanza, chi se ne importa!!!!



Scaricati letteralmente giù dall'autobus con le valigie all'arrivo in città andiamo al porto, che è proprio li a pocchi passi dalla fermata centrale degli autobus e dei taxi, e prendiamo i biglietti del traghetto per il giorno dopo; poi passaggiata verso l’Hotel Carina (carino direi) dove ovviamente alle 12 la camera non era pronta. Comunque ci hanno fatto lasciare le valigie, per cui giretto per Rodi sosta sul porto a mangiarci un panino all'ombra e poi ritorno in hotel dove ci consegnano la camera per 42€ a coppia colazione compresa e terrazzo dove sorseggiare una Mytos in compagnia di Cinzia (il mio amoruccio) vedendo scomparire il sole dietro la Turchia. Decidiamo di uscire e visitare la Rodi Vecchia di sera, infatti l'anno scorso l'avevamo visitata di giorno). Mai spettacolo fu piu affascinante ed emozionante tanto che ti sembra di rivivere la storia e la vita di tempi andati....
A questo punto belli cotti ce ne andiamo a letto




19 Agosto
Arriva cosi il giorno della partenza, sono le 9 di mattina, dopo una colazione veloce per la smania di rivedere Tilos prendiamo un taxi che ci porta al porto di Kolona (a fianco del porto turistico di Rodi) e ci imbarchiamo sul catamarano che ci porterà alla tranquillità di Tilos; il catamarano fa una sosta ad Chalki dove lascia alcuni turisti, (bellissimo isolotto vicino a Rodi con un porticciolo e le casette una attaccata all'altra e tutte di tinte varie color pastello)sembra una Symi in miniatura. Sono le 11 e finalmente entriamo nel porticciolo di Tilos!

il porticciolo
Mi ritornano in mente tutti i profumi e le cose viste e vissute lo scorso anno, che emozione, Cinzia ha gli occhi lucidi, ma d'altronde li ha anche guardando Beautiful!


Ci aspetta Antonis con il suo furgoncino impolverato e pieno di bottigliette di acqua vuote, mah!!! Ci porta al nostro studios e ci dice che per qualsiasi cosa lo troviamo al suo Market nella piazzetta del paese, poi scopriremo che lo si puo trovare ovunque visto che non sta mai fermo, un vulcano pieno di idee, gentile, premuroso....e smemorato,,,,,."a good boy" come lo chiamano i suoi compaesani.


Seva's Studios
Lo Studios è molto grande e luminoso, pulito con cambio di lenzuola e asciugamani, con angolo cottura che useremo tre o quattro volte in due settimane e con una vista mozzafiato sulla baia di Livadia che è il paese principale nonchè il porto dell'isola, mentre il capoluogo è Megalo Horio a circa 5 Km di strada...sulla unica strada dell'isola(anche se dall'anno scorso hanno asfaltato qualche stradina secondaria).


la povera Cinzia, lasciata sola da Emiliano a disfare i bagagli...
Bene, appoggio le valigie, tiro fuori le ciabatte ed il costume e volo in spiaggia....attendevo quel momento da un anno! Cinzia mi raggiungerà perchè lei deve mettere a posto le valigie, i vestiti, guardare bene la stanza eccc.....optiamo per la spiaggia in ciotoli bianchi, acqua cristallina effetto specchio di Livadia, gli ombrelloni ed i lettini con il materassino e cuscino sono gratis.......ed io dovrei andare a fare le vacanze in Italia?!?!? Mi lancio in acqua e quando arriva Cinzia sono già all'ombra di un Tamerico che mi scolo una Birra Mytos gelata! Come al solito udiamo in lontananza un megafono che urla "sexy Vitamin", ci guardiamo e contemporaneamente diciamo "è Lui" il fruttivendolo che passa con il pick-up leggermente incidentato e che vende la frutta che coltiva lui stesso, per cui pranziamo con uva, fichi e melone!!! Verso sera, spesa, doccia e decidiamo di mangiare da Sofia, una deliziosa tavernetta familiare a 4 mt dal mare dove mangiamo con abbondanza due portate a testa (tzatziki, insalata greca, dolmades, souvlaki, mezzo litro di vino acqua e caffè) per un totale di 28€. Poi a letto dopo la passeggiatina digestiva.



Scorcio porto e baia di Livadia
20 Agosto
Sveglia di buon mattino ad attendere con ansia la famosa colazione in camera che anche ieri Antonis ci aveva confermato........e che non è mai arrivata. Si sarà dimenticato di noi? si....ma anche degli altri!!!! Scendiamo in piazza prendiamo un caffè e qualche biscotto e via con l'autobus a porte aperte direzione Eristos che raggiungiamo in 20min dopo essere passati per Megalo Horio, qui il biglietto costa 1,60 e si paga a fine corsa. Eristos è una baia di sabbia, chiusa da due montagne e delimitata da tamerici che fanno ombra ai campeggiatori liberi e a tutte quelle persone che come me non hanno l'ombrellone. Posiamo i teli e ci immergiamo nelle acque limpide e calde dell'Egeo, oggi il maltemi ci accarezza dolcemente e non ci fa sentire il caldo....risultato ustionata totale!!!! A mezzogiorno torniamo come l'anno scorso alla taverna En Plo, dove mangiamo in compagnia dei gatti sotto l'ombra di una vite.....starei lì fino a sera come per altro fanno i greci. Spesa €20 a coppia, poi il vino inizia a fare effetto e mi addormento all'ombra. Verso sera rientro a Livadia sempre in autobus, non dopo aver portato a casa ad uno ad uno gli abitanti....servizio ottimo direi!!! Aperitivo sulla nostra terrazza dove vediamo il rientro delle barche a vela nel porticciolo ed il rosa del sole che tramonta invadere tutta la baia, man mano che arriva l'oscurità cresce lo splendore delle stelle e la via Lattea si mostra in tutta la sua bellezza. Non abbiamo la forza di uscire e mangiamo in casa poi a letto.


21 Agosto

Meraviglioso scorcio della baia di Livadia
 
Bellissimo risveglio dove ammiro la prima luce che iniza a scoprire Tilos e la sua baia, tutto è in silenzio e vedo qualche pescatore che rientra con la sua barchetta. Dopo poco eccola...la colazione!!! Marmellate, burro e miele di Tilos, pane fresco, yogurt con miele, succo di frutta e caffè.....finalmente!! Decidiamo di rimanere a Livadia, il caldo inizia ad essere forte, e del Maltemi oggi nemmeno l'ombra, il mare è immobile sembra che anche lui abbia il timore di disturbare, a differenza mia che non faccio in tempo a stendere il telo che sono gia in giro per il lungomare direzione porto (500mt) munito di macchina fotografica. Non c'è nessuno nè in spiaggia nè in paese e mi chiedo dove fossero tutti e dopo qualche foto decido di tornare da Cinzia. Bevo una Mythos e via subito verso la piazzetta, ma anche qui nada, non c'è un'anima allora decido di immortalare angoli selvaggi e scorci stupendi ed incontaminati con la mia macchina fotografica...Cammina cammina e cammina trovo una baietta di 50-60 mt deserta ovviamente e mi dedico un qualche autoscatto tipo Robinson Crusoe, poi mi regalo un bagno rigenerante; nel risalire mi accorgo che nell'albero tamericio che ombreggia la baietta c'e' posta una targa commemorativa alla famosa scrittrice inglese vissuta a Tilos Anne Patricia Herridge. Torno alla base e ritrovo Cinzia nella stessa posizione (tipo lucertola aggrappata al salviettone) di quando ero andato via. Dopo un po' di bagni rientriamo e nel tornare passiamo davanti alla Taverna la Trata che si trova dietro la piazzetta di Livadia ed incontriamo Elias il proprietario che parla un po' di italiano perchè da piccolo dice di aver letto un libro nella nostra lingua e lo ha imparato; lo salutiamo ed incredibilmente e con grande piacere si ricorda di noi. Facciamo una breve chiacchierata e scambiamo i saluti con moglie e figlia....ne nascerà una grande amicizia. È l’ora dell’aperitivo sulla terrazza del nostro studios e ci regaliamo uno dei tramonti più emozionanti e belli che abbiamo mai visto, mangiamo in casa, poi giretto in paese dove si ritrovano tutti proprio tutti, ma che di giorno non si sa dove siano perchè le spiagge sono deserte. Per lo più sono greci in vacanza, anche perchè Tilos fa 300 abitanti, qualche italiano ed inglese e qualche scandinavo. Decidiamo di acquistare una bottiglia di vino bianco e di sorseggiarla sul nostro terrazzo guardando le luci della baia e delle barche a vela in rada.
 
Spiaggia di Livadia


22 Agosto
Ag. Stefanos

Oggi decidiamo di andare ad Ag. Stefanos, piccolo porticciolo di pescatori alla fine della baia di Livadia raggiungibile a piedi con 25 min di cammino costeggiando la spiaggia. Troviamo una spiaggetta deserta con acqua cristallina e ciotolini bianchi, stiamo lì a polleggiarci fino a sera e mi tocca limitarmi a fare avanti ed indietro per quel lembo di spiaggia a battagliare con i moschitos nel pomeriggio. Alla fine si contano 2 moschitos abbattuti e 6 morsicate, intervallati dal pranzo alla Taverna Faros. Ci regaliamo, accompagnati dal rumore delle onde, un bellissimo scorcio sotto il porticato coperto da bouganville guardando l'acqua cristallina sottostante e Livadia in lontananza. Pranzo 22€. Verso sera, dopo aver passato il pomeriggio quasi sempre in acqua, rientriamo per l'aperitivo sul nostro terrazzo e ci scoliamo una bottiglia di vino bianco greco pluripremiato accompagnato da qualche menezedes; lì conosciamo i nostri vicini di studios….una famiglia simpaticissima e numerosissima di Milano ai quali tutti i giorni ne capitava una: facevano 5 giorni a Tilos e 5 a Nysiros. Dopo una chiacchierata doccia e via a cena. Decidiamo di andare dal nostro amico Helias alla Taverna Trata che per l'occasione ci ha preparato la sua specialità: maiale e verdure cotto per 12 ore dentro una pentola in coccio sul fuoco a legna.....ho visto il paradiso. Alla Trata si mangia un po' diverso dalle altre Taverna perchè fa dei piatti molto tradizionali e genuini, infatti si spende un po' di più, addirittura 37€ in due.....in Italia per come e per tutto quello che abbiamo fagocitato avremo speso minimo 70€ a coppia. Mi alzo da tavola soddisfatto della mia prestazione, ed Helias mi invita tra due giorni ad andare a pescare con lui perchè dice che domani le correnti non sono buone...mi fido!!! Giretto per il paese poi a letto.


23 Agosto

Oggi è il giorno del giro dell'isola con la barca di Stelios con fermata in due spiagge raggiungibili solo via mare, pranzo con bevande ed anguria e rientro con brindisi a base di ritzina e birra il tutto per 35€ a testa. La barca è un vecchio peschereccio trasformato con qualche poltrona ed un telo per ripararci dal sole. Partenza ore 9 e dopo 1 ora ci offre dell'anguria fresca molto gradita, dopo due ore interminabili a velocità di crociera tipo pedalò raggiungiamo la spiaggia Limenari, un paradiso, acqua cristallina e calda, le capre che ci guardano tuffarci dalla barca ed arrivare a riva con i Falchi Eleonora che ci danno il benvenuto.....almeno penso! Ci fermiamo per un paio di ore tra sole allo stato brado senza teli e snorkeling a go-go, poi ripartiamo direzione Ag.Sergios altra baia nascosta, incontaminata, raggiungibile anche attraverso un sentiero di 2ore e mezza in più e molto accidentato e duro tanto che due ragazze arrivate dal sentiero ci chiedono un passaggio in barca per il rientro. Ci fermiamo qua per un bagno nel caldo Egeo del Sud per altre due ore dove ci offrono il pranzo e dove le capre si auto-invitano tranquillamente al banchetto.
 
Limenari

Ripartiamo con le due ragazze italiane a bordo per il ritorno a Livadia sempre con molta calma; alle ore 16 siamo verso l’arrivo e concludiamo con altra anguria ed un bel brindisi. Come al solito il Porto ed il paese sono dormienti come i suoi gatti; il sole picchia forte, per cui decidiamo di fare un po' di spesa per poi riposarci in piazza al fresco sotto l’ombra di tamerici ed altre piante di cui non conosco il nome. Alla fine acquisiamo i ritmi del posto e verso sera decidiamo di rientrare per cena. Poi distrutti dal lento andare della barchetta ce ne andiamo a letto felici per avere visto dei luoghi incredibili con colori spendidi sopra e sott’acqua.



24 Agosto

È arrivato il giorno della pesca con Elias; sveglia alle 5,30. Ci troviamo davanti alla sua Taverna e mi fa trovare con grande stupore la colazione con una bottiglia d'acqua da portare in barca. Saliamo sulla sua barchetta ed inizia a preparare le lenze, mi spiega che non pesca con la rete perchè gli basta pescare solo il pesce che serve a lui; butta le lenze ed inizia a girare in lungo ed il largo fermandosi ogni tanto per tirare su il pesce che ha abboccato. Peschiamo per un paio d'ore in quanto dice che ne ha abbastanza di quei 5 o 6 pescati poi mi dice che ormai i pesci riconoscono il rumore delle loro barche e non abboccano più. Voglio precisare che a Tilos, nonostante sia un'isola, la pesca non viene praticata, perchè gli abitanti sono per lo più allevatori e coltivatori: pescano solo per uso personale, mentre i ristoranti comprano il pesce dall' unico peschereccio che tutti i pomeriggi arriva in porto. Rientriamo, il paese ancora dorme, c'è solo il prete, anzi papa (ordodossi) ed il barista con un paio di anziani che stanno li fino a dopo cena.....mi son chiesto se mangiano e se le mogli rezdore non dicono niente o anzi??!!! Ci sediamo al bar sotto le piante e mi offre un caffè greco in totale silenzio e come in contemplazione attendiamo il momento di berlo, infatti è incandescente e molto denso però più leggero che il nostro espresso, alla faccia dei nostri ritmi infernali che beviamo il caffè al bar senza quasi il tempo di entrare al bar. Poi arriva un suo amico ed iniziamo a parlare di Tilos, dei greci e della Grecia, della situazione economica attuale, di turismo e pesca....ovviamente Elias traduce, ma sono di poche parole quasi infastiditi dal troppo parlare....ce ne torniamo in silenzio ad ascoltare i suoni dell'isola.


Spiaggia Rossa
 
 
Rientro così in camera dove Cinzia sta consumando la sua colazione mentre io mi faccio la seconda. Il paese inizia a svegliarsi e con i primi rumori usciamo; oggi decidiamo per la Spiaggia Rossa raggiungibile solo a piedi con un sentiero della durata di 50 minuti a strapiombo sul mare. Ti rendi conto della bellezza e della maestosità della natura e dello spettacolo che ci regala senza volere niente in cambio....solo un po' di rispetto!!! La Red Beach è cosi chiamata per la sabbia di colore rossa, acqua caldissima e limpidissima; per raggiungerla si prende il sentiero per Lethra (fatta l’anno scorso) poi ad un certo punto bisogna fare attenzione alla presenza di qualche sasso che ti indica il sentiero che scende verso la spiaggia nel bel mezzo di arbusti. Sul sentiero fa caldissimo, ma all'arrivo la fatica scompare, lo spettacolo è fantastico, siamo solo noi, una sensazione di serenità, impotenza e rispetto, rimaniamo senza parole per quello che i nostri occhi stanno osservando. Mi butto immediatamente in acqua ed è più il tempo che sono in acqua che quello che passo sulla spiaggia, giusto il tempo di costruirmi una capanna per ripararmi dal sole fatta con la legna e le corde che le mareggiate portano; per fortuna il Maltemi oggi ci dà una mano e ci porta un po' di freschezza......risultato?..... altra scottata. Mi faccio una passeggiata dietro la spiaggia rossa e trovo uno spettacolo bellisssimo....5 piccole spiagge rosse di max 5 metri l'una e poi l'isolotto Nisida Gaidaros raggiungibile a nuoto, ma privo di spiaggia. La mia Lucertola se ne sta li impassibile a prendere il sole il più possibile tant'è che si mimetizzava con il colore della sabbia (rossa)!!! Verso sera, terminata l'acqua da bere e con una sete da cavallo, rientriamo scortati lentamente dalle capre che ci hanno ospitato tutto il giorno. Per fortuna al ritorno il sentiero è tutto all'ombra. Alla sera solito aperitivo con una bella Mythos gelata scorrendo le foto fatte nel pomeriggio ed aggiornando il nostro diario di v....ita!!! I nostri occhi non reggono a tante emozioni vissute oggi e ci addormentiamo sotto le carezze del Maltemi!







25 Agosto


 
Micro Horio
Decidiamo di noleggiare uno scooter per girare l'isola; ci sono due rent car con in tutto 14-15 scooter. Il tipo del noleggio, che ci dicono fosse in giro per commissioni e che stava arrivando, (passano comunque 40 min ma niente provano a chiamarlo ma niente allora arriva il ristoratore di fronte e ci da uno scooter) (qui si danno tutti una mano,tant'è che poi troviamo il tipo del noleggio servire ai tavoli della taverna) ne troviamo uno per caso appena rientrato, 20€ un 150cc. Missione compiuta ma scelta mai fu più sbagliata (vedrete....) Decidiamo di dedicarci alle visite culturali e paesaggistiche dell'isola, prima sosta distributore unico ed aperto tre quattro ore al giorno visto che lo scooter non segna il livello di benzina (€ 2,030 al litro) proseguiamo per il Monastero di Pantalenimos passando per dei paesaggi costieri mozzafiato dove si vede anche l'isola vulcanica di Nysiros e le coste turche, facciamo qualche foto ed un po' di contemplazione, accendiamo due candele e lasciamo un nostro pensiero sul libro sul leggio dentro la cappella. Ripartiamo e scendiamo recandoci alle Cave di Charkadio vicino a Megalo Horio dove furono ritrovati i resti di un elefante nano vissuto nell'era paleolitica e dove ora è anche presente un museo con esposte anche le sue ossa. Ci dirigiamo a Micro Horio vecchio capoluogo distrutto dopo un grandissimo terremoto negli anni ‘50 e che ha spinto gli abitanti a trasferirsi a Megalo Horio e Livadia. La strada è sterrata, il caldo è insopportabile; giriamo per le rovine nell'assoluto silenzio circondati dalle capre. Attualmente è stata restaurata la chiesa da qualche anno, la cappelletta con il cimitero ed un bar che alla sera fa un po' di musica e si riempie di persone, mentre il paese viene illuminato con lampadine che danno un aspetto un po' tetro alle case diroccate. Decidiamo che è giunta l'ora di fermarci a fare un bagno. Mentre ci dirigiamo al Monastero di Txiardias ci fermiamo alla fine della baia di Livadia per farci un tuffo e rilassarci per un paio di ore; rimontiamo in sella e percorriamo una stradina sterrata verso la cappella di Ag.yoannis dove accendiamo due candele cosi come lo scorso anno e che ci ha protetto tutto l’anno e ci ha guidato fino al nostro ritorno da lui. Scendiamo per Ag Stefanos ed andiamo verso il Monastero, ma un mucchio di ghiaia ci è fatale e lo scooter decide di andare per cavoli suoi: cadiamo e ci procuriamo qualche escoriazione ed io per non farmi mancare nulla anche quattro punti di sutura alla caviglia....niente più bagni nell'Egeo per i prossimi giorni. Fortunatamente passano di li dei turisti danesi in auto che ci accompagnano all'ambulotorio situato in paese a Livadia dietro la chiesa (aperto solo al pomeriggio o tramite chiamata al medico di turno). Ovviamente anche se erano le 18 non c'era nessuno, dopo alcune chiamate ancora niente, arriva il papa che ci porta una bottiglia di acqua e chiama il medico che prontamente risponde. Dopo circa 35min arriva con calma, in costume da bagno, sorseggiando caffè schekerato......viva l'assistenza sanitaria!!!! Alla fine si è dimostrato molto premuroso, serio e capace ,poi gentilmente ci ha riportato allo scooter ed accompagnato in farmacia (che apre dopo le 18.30) per farmaci vari e purtroppo antibiotici che per me significa niente Mythos, niente vino Bianco e niente ouzo. Beh vedendo il lato positivo direi che le visite al monestero ed alle cappelle con tanto di candele hanno funzionato visto che in questo momento sto scrivendo. Bene, la serata finisce in casa ed il giorno dopo idem in assoluto riposo. Alla sera decidiamo cmq di andare a mangiare fuori, non ne posso piu di guardare programmi in greco! Prendiamo lo scooter e ci dirigiamo verso Agios Antonios piccolo porticciolo di pescatori posto a Nord dell’isola e con solo un bar e la Taverna Delfini molto carina con tavolini e sedie di paglia (come tutte le Taverne di Tilos) sotto i tamerici ed illuminata da lampadine colorate. Lo spettacolo e l'atmosfera del tramonto ci avvolge, i colori si infiammano, le terre si scuriscono e in lontananza il sole scompare dietro l'isola di Nysiros, evidenziando le linee di quelle terre. È uno dei tramonti più suggestivi e si prova una sensazione di pace e serenità. Mangiamo con soli 27 € siamo solo noi, poco dopo i tavoli si riempiono e noi ce ne torniamo a Livadia dove assistiamo alla festa di paese tra balli e musiche tradizionali accompagnate da souvlaki e dolci frittelle al miele. Bellissima serata immersi nelle tradizioni di Tilos...però la caviglia si gonfia …..è ora di tornarcene a letto.
 



 

27 Agosto

Oggi e domani il Maltemi si presenta con tutta la sua forza ed impetuosità, proviamo a stare in spiaggia ma è impossibile, allora ce ne andiamo nella piazzetta ed assistiamo alla processione della barche a vela che rientrano in porto al riparo dalle acque agitate e dal vento mentre la signora del porto va avanti ed indietro per il molo a caziare i velisti che pensano di fare come gli pare, ma la siura non demorde e si fa valere...Incontriamo il medico e ci spedisce in camera al riposo....e noi obbediamo.
Piazzetta e anfiteatro di Livadia

I giorni seguenti li passiamo tra giorni di spiaggia in riposo assoluto e giri tra porto e piazzetta dove tutti ovviamente sapevano cosa ci era successo e ci fermavano premurosi per chiederci come stavamo e fare una chiacchierata …..a volte a gesti però ci si capiva. Il calore dei tilliesi è stato veramente emozionante ed Elias che si fermava sempre per chiederci se avevamo bisogno ci dava consigli e ci diceva sempre di andare piano perchè anche lui era caduto così come molte altre persone.

Arriva il 30 Agosto e ciò vuol dire ritorno alla frenesia. Antonis viene in camera e ci porta gentilmente le valigie direttamente sul catamarano visto il nostro stato fisico; ancora il tempo per un ultimo caffè greco ed alle 16 partiamo salutando Tilos ed i tilliesi con grande commozione.





Tilos ed i suoi abitanti ci sono rimasti nel cuore per tutta la loro bontà, la loro gentilezza ed anche per la loro durezza nel custodire gelosamente la loro Madre Tilos.


colori tipici

I protagonisti: Cinzia ed Emiliano





È passato un anno e Tilos ci regala ancora tutta la sua incontaminata genuinità e bellezza e noi siamo pronti a tenerla inalterata cercando di rispettarla come la rispettano e la conservano gelosamente i suoi figli tilliesi.