lunedì 2 aprile 2018

CEFALONIA e ITACA - Sole,Mare e Vespe



 

di Juri Cornacchini

Day 1 – Chi ben comincia

 

Ci siamo, dopo mesi di studio tra Tripadavisor , Google e informazione su vari gruppi FB   che ci ha fatto montare una terribile paranoia vespe) si parte. L’aereo è in ritardo, arriviamo a Cefalonia ad un orario ignobile, la macchina a noleggio pronti via non si accende, una vespa ci entra subito in appartamento appena arrivati, si mangia a mezzanotte inoltrata al primo posto trovato e mi viene la diarrea, insomma chi ben comincia…

 

Day 2 – Nel Regno delle vespe

 

Premessa 1 – La strategia

Dopo ore del già citato studio, nei mesi scorsi avevo deciso di dividere la vacanza con una base a sud breve (2 giorni) e una a nord consistente (8 giorni), visto che i posti che gasavano mi parevano nella zona nord.

 

Premessa 2 – Il ribaltone

Nonostante un mese di Agosto tambureggiante nel gruppo sul fronte vespe, il piano non s’ha da modificare. Quando tuttavia l’allerta si fa rossa e la gente inizia a dire che a nord non si riesce manco a far colazione in terrazzo mi decido: disdire gli 8 giorni al nord nonostante la  penale, in qualche modo si farà…

 

 C’è da trovare un hotel o una sistemazione per il resto della vacanza, il vecchio proprietario dello studios dove facciamo i primi due giorni ad Argostoli non ci può aiutare, ma posticipiamo il problema (anche perché la wifi fa cacare). Colazione e via, si parte con la Matiz verde, detta anche scatoletta di tonno. Approcciamo un programmino light iniziando col lago Melissani, che senza volermene e un po’ una ciofeca. O meglio, la grotta è suggestiva, i colori belli, ma 7€ per un giro di 10 minuti con i barcaroli a scimmiottare i gondolieri + un po’ troppo, si può evitare. Ormai siamo in zona e optiamo per il battesimo del fuoco ad Antisamos, narrato come il regno delle vespe. Le vespe c’erano, ma o si facevano i cavoli loro o ero troppo gasato dal primo bagno nell’isola e non mi hanno dato troppo fastidio. Antisamos è molto bella: la ghiaia bianca contrasta con l’azzurro del mare rendendolo limpidissimo, il primo bagno è dunque spettacolare.  A mio modo di vedere la spiaggia è troppo inflazionata e c’è troppo casino però, a Cefalonia cerchiamo altro.

Riprendiamo la scatoletta di tonno ad andiamo verso Agia Eufimia per tastare con mano la nostra ex base a nord. Prima però ci innamoriamo del tratto costiero tra Sami ed Agia: rocce bianche su un mare limpido e piatto come una piscina, la gente fa il bagno con cappelli e occhiali da sole senza bagnarsi, roba mai vista! Bisogna fermarsi assolutamente, il posto si chiama Agia Paraskevi, da adesso nominato Pareski, Paraski, o Santa Patrizia, almeno 100 volte al giorno, capirete perché…

Viola – “Iuri non è che a stare troppo a ridosso degli alberi ci sono troppe vespe?”

Finita la frase la rumba comincia: ronzii, svolazzamenti, si vola in acqua subito gettando la roba in terra. Siamo salvi? NO! Anche nei primi metri in acqua le vespe ci fanno compagnia e iniziamo con il simpatico rito di buttare il capo giù ritmicamente. Ma il mare…. Pazzesco!

L’acqua è talmente limpida che senza maschere (ce le siamo scordate in albergo con la gopro) si vede il fondale anche a 7/8 mt. Uno dei bagni più belli di Cefalonia. Finito il bagno si fugge letteralmente in macchina, direzione Agia che dista pochi km. Il paese è una chicca, poco casino, zero ritocchi moderni per il turismo di massa, ma la situation vespe è la stessa di Paraski: ci abbiamo rimesso soldi, ma abbiamo fatto bene, una settimana così e saremmo diventati pazzi. Decidiamo di tornare il giorno seguente con maschera e gopro, adesso è tempo di sondare il sud, che da quanto letto è vespa free. Capitiamo a caso a Trapezaki, baia carina, di sabbia, mare non da 10, ma limpido anche qua. E le vespe? Ci sono, meno, ma ci sono…soprattutto al bar dove ci eravamo rifugiati per un po’ di relax lontani dal sole. Un po’ abbacchiati e straniti ce ne torniamo ad Argostoli, fortunatamente la cena da Ampelaki è ottima e saliamo di umore.

 

Giorno 2 Bis-buongiorno Cefalonia

 

Ci svegliamo nel nostro piccolo appartamento, molto piccolo e rustico,ma funzionale, con tutte le cose necessarie. Dalla finestra si accede ad un terrazzino che da su Argostoli. Decidiamo di fare colazione a bordo piscina, fette di pane con marmellata fatta in casa, spremuta, yogurt con miele (buonissimo) e toast. Il vecchio proprietario con la mano finta ci fa compagnia dandoci qualche consiglio sui venti e sulle spiagge da visitare. Il NordWest Studios è a gestione familiare, il vecchio appunto, il figlio che cerca di parlare italiano e ci fa ridere e la moglie in cucina tuttofare. Partiamo con la nostra macchinina verde che ieri sera aveva fatto i capricci, cambiata la batteria Aris ce la riporta in albergo, è stato molto gentile e ci fa anche lo sconto di 20 euri per il disturbo. Partiamo verso Antisamos con un po’ di pensieri perché è la spiaggia con più vespe da quello che dicono su fb. La strada è molto curvosa e vediamo le prime caprette a bordo strada. Facciamo prima una sosta al Lago Melissani, bei colori all’interno della grotta ma niente di speciale……

Già iniziamo a vedere qualche vespa, ma facciamo finta di niente e andiamo avanti. Lungo la strada troviamo delle caprette al fresco sotto gli alberi, vorrei scendere per fare una foto ma ho paura che ci vengano incontro. Arriviamo ad Antisamos, facciamo un sospiro e scendiamo dal parcheggio. Le vespe ci sono, a centinaia, ma sembrano non essere interessate a noi. Ci sono due bar molto carini ma turistici. Hanno delle “trappole” attaccate al soffitto dove all’interno ci saranno un migliaio di vespe, tengono anche il caffè bruciato sopra i tavoli per cercare di infastidirle. Sulla spiaggia ci sono diversi ombrelloni, gratis con la consumazione, ma sono già tutti pieni. Andiamo più avanti nella parte libera, la spiaggia è fatta da piccoli ciottoli bianchi che fanno riflettere il colore dell’acqua rendendola di un celeste splendente. Entriamo in acqua, diventa subito profonda, ma non ci sono molti pesci. L’effetto visivo da fuori è molto più bello. Proviamo ad asciugarci al sole, intorno a noi girano diverse vespe ma non sono fastidiose, accanto una bambina (inglese/russa) inizia a mangiare il cocomero (pazza!!!!)senza curarsi del pericolo che stava correndo, ma alla fine hanno dato poca noia anche a lei. Ripartiamo verso Agia Eufimia. Questo tratto di costa è meraviglioso, è un susseguirsi di calette dai colori accesi blu e azzurro. Decidiamo quindi di fermarci per fare un bagno, la nostra scelta cade su Agia Paraskevi. A prima vista bellissima, ma non appena entrati in spiaggia veniamo assaliti dalle vespe, qui sono fastidiose, ci attaccavano e dobbiamo scappare in acqua. Un’acqua incredibile, un vero e proprio acquario che riusciamo anche senza mettere giù la testa. Scappiamo via dopo poco perché ci sono venute a cercare pure in acqua….peccato. Lungo la strada vediamo persone che nuotano tranquille in mezzo al mare con cappello e occhiali da sole, il mare è davvero una tavola e si riescono a percorrere grandi distanze senza il minimo sforzo. Arriviamo fino ad Agia e qui le nostre paure vengono confermate: dalla macchina vediamo le vespe che schizzano in ogni direzione, dobbiamo cambiare il secondo albergo. Vediamo dei posti davvero bellissimi però, in cui decidiamo di andare il giorno successivo. Andiamo a dare un’occhiata verso sud dove la situazione dovrebbe essere più tranquilla. Ci fermiamo a Trapezaki beach, qui c’è un ristorante sul mare molto chic dove ci fermiamo per bere una coca e rilassarci un po’. La spiaggia non è male, c’è la sabbia ma niente di speciale. Torniamo allo studios dove facciamo un bel bagno in piscina al tramonto molto romantico. Come ci suggerisce fb andiamo a cena ad Argostoli da Ampelaki: locale carino anche se non proprio caratteristico. Mangiamo bene moussaka per me e meat cake per Iuri, spesa bassa. Argostoli di sera è carina, piena di locali e bar sul lungomare con barche e yacht di tutte le dimensioni. Buonanotte domani ci aspetta una lunga giornata……

 

Day 3-La prima sfacchinata

 

Impauriti, ma cocciuti, vogliamo tornare a nord. Nello zaino c’è tutto oggi: maschere, scarpe da scoglio, gopro, caffè (quelli che sanno dicono che a bruciarlo le vespe si allontanano), ma prima di prendere la scatoletta di tonno facciamo “strong breakfast” come dice il proprietario del northwest, almeno tiriamo diritto fino a cena e non abbiamo il problema del pranzo tra le vespe. 45 minuti di curve e risiamo ad Agia Eufimia, scegliamo la caletta sotto il Paradise e via in acqua. E’ stato un altro bagno favoloso, l’acqua è ferma, immobile, trasparente, facciamo credo 100 foto e video con la gopro, inoltre nuotando troviamo anfratti splendidi: minicalette, minigrotte, una favola. Siamo così presi bene che ci affidiamo al self control e restiamo in spiaggia a prendere il sole un’oretta, tra le vespe of course.

 Ripartiamo belli carichi, una breve occhiata alla cartina con le spiagge sottolineate e decidiamo: si va a Horgota, oggi ci si sdà. La strada per Horgota è molto fine, oltre che molto a norma per la sicurezza, se uno dei due fosse stato vertiginoso avremmo dovuto dargli un colpo in testa e risvegliarlo a valle. Arriva Horgota e non tradisce le aspettative. Una cala avvolta nel silenzio, in mezzo alla vegetazione, con gli inconfondibili ciottoli bianchi e un mare che dà almeno quattro tonalità di verde. Siamo gasatissimi, mai visti posti così. Il bagno manco a dirlo è stupendo, anche qua foto e video si sprecano e nuotare è simile a farlo in piscina. Le vespe? Ci sono, ma forse meno, o forse meno invadenti, e ce la facciamo a starcene due ore rilassati all’ombra degli alberi, con il caffè a bruciare (ho voluto provare) ma onestamente mi sembra che questa sia più una credenza popolare che altro perché ci ronzavano sempre attorno, ma siamo stati stoici.

Ripartiamo, il tour de force non può fermarsi, facciamo uno spuntino con gli ottimi crostini di pane del lidl al prosciutto e via verso Assos. La strada per Assos ha livello di tortuosità 10 ed è piena di capre stupide che aspettano ad attraversare quando ti avvicini o che sostano in mezzo alla strada. Per questo l’istinto di navigatore paranoico che è in Viola esce all’ennesima potenza e mi infiammo bene bene, così che ci sono i primi attimi di tensione a Cefalonia. Assos dicevamo dall’alto è una chicca, una lingua di terra con paesino bellissimo. Una volta scesi però non mi entusiasma, la caletta è colma di barche, il mare a confronto dei posti visti prima perde 6-0 6-0, niente bagno, si riparte. Saliamo da Assos tramite una strada in mezzo alla montagna che da ora sarà la strada delle capre, dopo venti di minuti di tornanti e curve a strapiombo arriviamo al paese sopra Myrtos. Il vento non c’è, siamo quasi al tramonto…..si va. Myrtos è la spiaggia da copertina di Cefalonia, dall’alto è uno spettacolo, con il solito contrasto bianco dei ciottoli e blu del mare che toglie il fiato, ma da sotto secondo me tradisce le troppe aspettative. Certo, stiamo andando a cercare l’ago nel pagliaio, ma per quello che abbiamo visto Myrtos è un gradino sotto. L’acqua è meno limpida complice il super traffico di barche e il vento da NW che ci picchia sempre e l’afflusso di persone è spropositato, rendendola probabilmente una enclave atipica di Cefalonia. Si fa il bagno, si va nella grotta (bella), si combatte con le vespe e si riparte

La cena, che di solito è tema di Viola, la tratto anche io. Avevo chiesto sul gruppo un locale tipico ad Argostoli ed era arrivato un consiglio: taverna Patsouras. Andiamo, location fuori dal giro giusto, poca gente ai tavoli, tutti del posto. Ci sediamo, la cameriera, simpatica, ci chiede da bere, poi, senza menù, ci invita dentro il locale a vedere i piatti. LOL, siamo in rosticceria. Viola diventa un po’ lezza, io la prendo con filosofia e penso che più tipico di così onestamente non si poteva, ma le portate alla vista sono poco incoraggianti. Prendiamo un piatto veloce, poi andiamo a prenderci una pita e a letto, oggi è stata una giornata pesantuccia.

 

Day 4 – Il trasloco

 

Premessa

Non lo avevo accennato, ma nei giorni scorsi, oltre a girovagare abbiamo trovato una sistemazione ad Agia, zona Lourdas.

 

Oggi è giorno di trasloco, ce la prendiamo con molta calma e decidiamo di fare un giorno di scarico. Sveglia tardi, colazione a super tempi greci, qualche madonna di routine per trovare i nuovi appartamenti nel labirinto del sud e ci siamo. La nuova sistemazione è migliore, anche se il proprietario non è accogliente e tipico come l’altro, ma si fa i cazzi suoi. Siamo a Lourdas, una zona di ristoranti, locali e quant’altro, la più turistica di Kef, infatti l’avrei evitata come la peste, ma visto che abbiamo cambiato in super last minute, va più che bene. Andiamo subito a sondare la spiaggia, che appunto è turistica: ombrelloni, taverna e…poche vespe. Oggi come oggi ci sta e decidiamo per la giornata di mare da borghesi con set affittato e pranzo in taverna riva mare per la prima volta, qua si può fare. Verso la 4, quando le palle iniziano a cadere, ci rimettiamo sulla scatoletta di tonno direzione Skala che è un po’ la Viareggio di Cefalonia: stabilimenti fighi, spiaggione e gente col soldo. Non ci aggrada, facciamo il bagno in una caletta più decente sull’estrema sinistra e poi facciamo l’unica cosa che si può fare qua: aperitivo chic.

 

Day 5 – Itaca

 

Un giorno di ripresa è sufficiente e decidiamo di svegliarci all’alba per andare ad Itaca. Partiamo un po’ precisini e per le autostrade di Cefalonia spingo la scatoletta di tonno a palla, il traghetto parte alle 8.15 da Sami, noi arriviamo alle 8.12 senza biglietti e con le macchine già tutte imbarcate. Viola fa una volata in biglietteria mentre io prego il tizio della compagnia di aspettarci e siamo dentro per un pelo. Nella concitazione Viola fa il biglietto di ritorno per le 15.30 così che dobbiamo convertirlo per le 22.00 ad Itaca, fortunatamente senza costi aggiuntivi. Itaca alle 9.00 di mattina è un’isola deserta, non c’è nessuno e non vola una mosca, non si sente nemmeno il rumore del mare tanto è piatto: a culo abbiamo trovato una giornata stupenda. Sempre a culo troviamo il sentiero per Gidiaki, la spiaggia regina di Itaca. Si passa lungo un’area privata con un’immensa pineta dirimpetto ad un’insenatura che sembra un lago, un lago verde dal colore dell’acqua dove si specchia la vegetazione. Viola, che finora si era lamentata di non aver mai fatto una scarpinata per andare al mare, viene accontentata. Il sentiero non è ripido come quelli dell’Argentario, ma bello lungo; si gira un promontorio vedendo insenature e scorci da capogiro. 

Dopo mezzora di cammino arriva Gidiaki, saranno le 9.30 e l’enorme spiaggia è deserta, giusto un vecchio a suonare il mandolino sotto una tenda Decathlon e due tizi in canoa. Ghiaia bianca, mare che sembra vetro, l’impatto toglie il fiato, forse la spiaggia più bella in cui sia stato. Entriamo in acqua, la gopro sfiammella foto e video, dieci minuti di idillio poi aimè arrivano le barchette ammassate di turisti a fare la sosta per il giro dell’isola. Ci allontaniamo, aspettiamo che si levino e Gidiaki e nuovamente nostra. Le vespe sono poche, molte meno rispetto al nord di Kef, ma mai abbassare la guardia: non so per quale motivo, una vespa cade dall’alto, Viola per sbaglio si piega e tac, primo timbro per lei. Timbro che fa male lì per lì, ma che viene gestito bene, poi la bellezza del posto fa passare tutto. Chiediamo se possibile avere un taxi boat fino a Skinos, ma i prezzi sono alti quindi bottiglia d’acqua e rivia di sentiero. Al termine per rinfrescarsi dal cammino all’ora consigliata dal dottore, facciamo un bel bagno nel lago verde, davanti ad un bel ciuchino nel recinto del villone.

Sporchi e con le scarpe mezze (prima del sentiero c’era un tragitto sugli scogli dove siamo infilati con le scarpe in mare) decidiamo di pranzare a Vathi, le vespe pare lascino mangiare in pace qua. Dopo aver steccato mezza birra grande, l’unica vespa della zona decide di suicidarsi dentro il mio boccale e me ne riportano una intera: per oggi a birra ci siamo. P.S. anche il pranzo di pesce ha gasato.  

Satolli e belli arzilli  facciamo un giro a nord di Itaca poi decidiamo di andare a Filiatro, l’altra spiaggia top dell’isola. Filiatro è diversa da Gidiaki, più piccola e con molta vegetazione, assomiglia ad Horgota, ma è attrezzata. Qua le vespe sono un po’ rompicazzo e depo un bel bagno torniamo a Vathi in un bar ad aspettare l’ora del traghetto. Tragetto che arriverà con molto ritardo cosi che torniamo a Kef stravolti e facciamo la fossa nel letto.

 

Day 6 – A sud

 
Dopo una ghirata degna di nota, anche oggi siamo pronti per timbrare il cartellino al mare. Il piano è rimanere a sud, facendo un po’ di comodismo, viste le giornate passate belle piene. Decidiamo di andare a Pessada, spiaggia recensita sempre divinamente nel gruppo. Non è lontana, l’ora è decente e partiamo con la nostra scatoletta. Il problema è che il sud è un labirinto e noi siamo rimasti con la prima cartina dataci da Aris con una strada si e tre no e i nomi storpiati delle località. Anche oggi quindi ci spariamo 45 minuti buoni di macchina per trovare la spiaggia è arriviamo in gran classico all’ora consigliata dal dottore. Una irta scalinata e siamo a Pessada, incantevole baia con la solita acqua limpida con sabbia e con tre mini calette paradisiache raggiungibili a nuoto. Il bagno anche qua gasa a bestia e restiamo in acqua oltre mezzora. Le vespe ci sono anche se non molte, tuttavia con il passare del tempo la piccola spiaggia si è riempita, inoltre fa un caldo boia, quindi ritorniamo su.

 

Breve conciliabolo e decidiamo di andare in una spiaggia attrezzata comodista e senza vespe.  Agios Elios ricalca benissimo la descrizione e ci piazziamo in stabilimento sotto l’ombrellone. La location verrà ribattezzata “Bagni Golfo”, in quanto le 4/5 file di ombrelli bianchi di tendenza mi ricordano lo stabilimento follonichese, la differenza è che probabilmente costa un quarto meno. Il mare rispetto allo standard isolano è deludente, ma stica, riusciamo pure a mangiare e dormire sotto l’ombrellone senza vespe: mai successo. A una certa, più o meno al tramonto andiamo ad Agios Thomas, nella spiaggi a sinistra del muretto. Il posto è veramente bello, l’acqua è limpida come a Pessada, la gente è poca e il livello di “wild” è molto alto grazie a delle specie di capanne in alto sugli scogli. Tuttavia, nonostante siamo a sud, le vespe qua sono diverse, quindi stecchiamo la coca cola che avevamo azzardato in 30 secondi e ci buttiamo in acqua. Altro bagno da dieci, poi relax nella capanna con set fotografico d’ordinanza. 

 

A cena prenotiamo all’Olive, locale molto fine e moderno, poco cefalesco, ma dove mangiamo il miglior suvlaki di pollo della vacanza.

 

 

Day 7 – Back to the North

Bellini i posti a sud eh, ma io avevo progettato lunghe giornate di mare al nord e non mi fo abbattere. Oggi si va all’estremo nord, zona Fiscardo. Sveglia presto, si carica lo zaino con l’equipaggiatura (tra cui portacenere e caffe) e si va. Il viaggio è lungo, un’ora e mezza abbondante in mezzo a strade da vertigini, capre e vecchi alla guida che fanno le file. Arriviamo a Dafnoudi verso le 10.30. Percorriamo un sentiero che ormai facciamo su una ruota , poi arriva la cala. Anche questa bellissima, molto raccolta, con paca gente e silenziosa, sorprendentemente pure le vespe non sono invadenti, quindi stiamo da dieci.  Il bagno, come a non dirlo, è stupendo è c’è pure una grotta molto suggestiva.

Quando il sole diventa infiammato leviamo le tende e ci dirigiamo verso Emblisi, dove però arriviamo in macchina senza scendere visto che la baia è praticamente uguale a Dafnoudi, solo molto più trafficata. Facciamo dunque passo e ci dirigiamo verso Foki, una delle calette che ci aveva sempre intrigato a bestia nelle foto pre partenza. Saranno le troppe aspettative, saranno le troppe barche ormeggiate davanti, sarà che siamo al settimo giorno che vediamo posti da favola e Foki è un po’ deludente. Nel senso, il posto è bello, il mare è quello limpido di Cefalonia, ma come tipologia di cala immersa nel verde molto meglio Horgota o Filiatro.

Facciamo comunque un bagno, ci asciughiamo e torniamo in macchina. C’è da pranzare con i crostini, fermarsi in taverna qua a nord sarebbe troppo da “brave hard”. Non è tardi e sulla via del ritorno ci fermiamo a Vouti, invogliati da una foto “caraibica” pubblicata sul gruppo il giorno prima. Vouti è bella, c’è la sabbia, e ci rilassiamo un po’. Il mare oggi non è un granché, ma essendo nella costa ovest è più difficile avere mare calmo e pulito visto che quasi ogni giorno soffia maestrale e ponente.

La cena si fa alla House of Souvlaki, locale a Lourdas dove c’è buon cibo a prezzi onesti.

 

 

Day 8 – La lingua

 

Si inizia ad essere stanchini ed avere un po’ di overdose di mare. Da programma c’era la visita alla lingua, ma non abbiamo molta voglia, inoltre il meteo non è incoraggiante con nubi nere all’orizzonte, quindi temporeggiamo fino a pranzo a Lourdas, poi vedremo. A Lourdas mentre fo il bagno inizia a piovere e fuggiamo dalla spiaggia, per la prima volta non per colpa delle vespe. Pranziamo in appartamento con qualche rimasuglio, ci brasiamo un po’ e poi decidiamo comunque di andare il zona Lixouri, anche perché i giorni cominciano a stringere e vogliamo continuare a battere l’isola. Prendiamo dunque il traghetto ad Argostoli e andiamo di là, salvandoci da una bella risciacquata d’acqua ci racconterà la sera a cena la cameriera. Usciti da Lixouri andiamo verso la spiaggia rossa di Mega Lakkos, che, complice anche la giornata guasta  non è entusiasmante, dunque restiamo al bar a farci un drink. Xi come sopra, la zona è onestamente deludente.. A una certa, come sempre, ci dirigiamo verso l’ultima spiaggia della giornata, che oggi è Petani.

Petani dall’alto spacca, è un’altra spiaggia da copertina, ma da sotto complice anche la brutta giornata, è stato il nostro peggior bagno: acqua sporca, mossa, molte alghe e un’inquietante schiumina.. No good.

Non becchiamo nemmeno il tramonto che il cielo è coperto, vabbè oggi è andata così, andiamo a riposare un po’, ci risolleveremo con un’ottima pita alla Souvlaki House.

 

 

Il diario è incompiuto, come il castello di Kafka, finisce qua.

Mancano un paio di giorni a dir la verità poco degni di nota, se non per una delle foto che ci piace di più e con cui vi salutiamo…

 
Ecco i nostri Viaggiatori.....Viola e Iuri

 

Iuri e Viola

1 commento:

  1. mi sembra il viaggio sulle orme delle vespe, sarete mica un po' fissati?

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